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cultura e natura, storia e miti..

 

Agello è una sicura attrattiva sia per il visitatore curioso che per l'amante della natura, per il buongustaio e lo sportivo che raggiunge la cima del paese in bicicletta o a piedi. Nonostante la sua posizione in cima ad una collina e lontana dalla confusione di una città, Agello offre ai suoi abitanti e agli turisti una buona infrastruttura con numerevoli servizi.
Per avere più informazioni generali sul paese, i suoi servizi e la sua infrastruttura, clicca qui. 

 

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Una visita ad Agello

(...) saliamo decisamente verso il crinale, che fa da spartiacque tra la Vallupina ed il Pian dell'Abate. Raggiungiamo così, finalmente, Agello.
La strada è decisamente stretta e ripida, come in ogni borgo che si rispetti, e la sommità del paese ci aspetta con tutte le sue bellezze che da centinaia di anni stanno lì a far bella mostra di sé. Di origine antichissima, sembra infatti che il suo nome derivi da Agilla, turbolenta sposa di Trasimeno, e la sua torre, che svetta sui tetti del paese, sembra salire verso il cielo non contenta di quanto sia già alta ed imponente.
Come quasi tutti i borghi delle nostre zone, anche Agello ha vissuto i turbamenti del Medio Evo e del Rinascimento, ora amica ora nemica di altre città che di volta in volta l’hanno aiutata e poi assediata. Nonostante tutto ciò il castello è ancora lì, con le sue stridette scoscese, i suoi tetti antichi, le sue mura a pianta ellittica a controllare quanti osano passare ai suoi piedi, verso Città della Pieve o verso il Lago. Chi vive quassù può dirsi senza ombra di dubbio fortunato: fuori dai rumori del mondo ma vicino alla città, al di spora delle umane miserie, con un occhio verso il cielo ed il fianco esposto ai venti dolci che attraversano le valli tra cui si erge il colle.

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Non possiamo non salire fino alla sommità del borgo, quattro passi tra quelle antiche ed immortali mura, ci daranno un attimo di sospiro, un attimo di vita pura ed incontaminata dalla foga quotidiana. Di quassù si scorge uno spicchio di Lago Trasimeno, non molto, ma quanto basta per dare a questo panorama dei colori tenui e sonnacchiosi, un pizzico di fantasia in più.
Da qui passò San Francesco e qui sorse uno dei monasteri francescani più antichi. Dalle voci del borgo, ci rendiamo conto che oltre le millenarie invasioni, Agello sta sopportando un ulteriore assalto, tanta gente si è ormai accorta di questo angolo di pace ed ha deciso di trasferire la vita della proprio famiglia, fuggendo da città ormai irrimediabilmente inquinate. Un pizzico di invidia fa fremere il nostro corpo, beati loro che hanno fatto in tempo a procurarsi una fetta di paradiso!
Con tale malinconico pensiero che ci frulla in testa, riprendiamo il nostro cammino,la discesa vertiginosa verso la valle ci aiuta a sopportare il fardello delle pene ed il colore dei campi ci consola. Al più presto torneremo ad Agello per studiare meglio la sua storia e vivere ancora un po’ di tempo respirando quest’aria.
                                                                                  Da “Oggi andiamo a…” di Francesco Brozzetti

 

 

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Storia

Agello deve le sue origini, in epoca storica, ad un accampamento romano costituitovi a seguito della battaglia del Trasimeno (217 a.c.). Al "Castrum" agellese conferiva notevole importanza strategica il vicino passo di Montebuono, che costituì per secoli l'unico collegamento fra Perugia e la riva occidentale del Trasimeno.
Certe sono le notizie relative alle sue caratteristiche nell'età medioevale: nel 1186, Enrico IV pose Agello sotto la giurisdizione di Perugia, a quell'epoca era signore del luogo uno della nobile famiglia dei Vincioli. A questi feudatari si

deve la ricostruzione del complesso edilizio oggi conosciuto come "Castello"; tale complesso, che riunisce in sé le caratteristiche della fortezza e del castello insieme, era difeso già nel XII sec. da una solida cinta muraria il cui perimetro assumeva la forma di scudo ovoidale. Proprio intorno al Castello, di cui sono ancora visibili i tratti essenziali, si sviluppa la storia di Agello, da quel periodo legata nel bene e nel male a quella della vicina Perugia. Esistono testimonianze certe del suo coinvolgimento nelle lotte tra

Guelfi e Ghibellini che portarono alla distruzione della cinta muraria in diverse occasioni.

Altrettanto dicasi per il periodo delle Signorie, quando funse da rifugio per alcuni seguaci degli Oddi, cacciati da Perugia dai Baglioni. Da allora quasi per tre secoli, l'importanza di Agello, sotto il profilo strategico-militare, è alla base del susseguirsi di "fortune" e "disgrazie" fino alla distruzione più recente ad opera di Ferdinando II Granduca di Toscana nel 1642.

Buio è il periodo successivo fino all'unità d'Italia: per quasi un secolo diventa un vero e proprio covo di briganti.

Agli inizi di questo secolo si assiste ad una ripresa, anche sotto il profilo edilizio, in parte grazie alle rimesse dei numerosi emigranti. Con la fuga dalle campagne degli anni '60, che portò ad un vero e proprio dissanguamento della sua popolazione (massiccia fu l'emigrazione verso la periferia di Perugia, verso il nord Italia ed in molti paesi d'Europa) si assiste ad una profonda trasformazione sociale ed economica che porta ad una ripresa nella seconda metà degli anni '70.

Agello, oggi, è un paese vivo sotto il profilo economico e sotto quello culturale, con iniziative di notevole interesse nel periodo estivo.


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All'epoca romana risale la fondazione del Castrum, in occasione della battaglia contro Annibale (217 a.C.): grazie ad esso si riusciva a controllare il passo di Montebuono, unico collegamento allora disponibile tra Perugia e le sponde occidentali del Trasimeno. Enrico IV imperatore affidò la giurisdizione di Agello a Perugia nel 1186 quando sul territorio dominavano i Vincioli.

La famiglia ricostruì il paese, fortificandolo tanto da trasformarlo in Castello, ricostruito nuovamente - in seguito alle frequenti e distruttive azioni belliche di quelle epoche - verso la fine del XIV secolo, fino all'ultima distruzione causata da Ferdinando II, Granduca di Toscana, nel XVII secolo.

 

Agilla e Trasimeno

... il nome del paese deve ricordare l'amore impossibile tra Trasimeno, figlio di Mediterraneo, e la ninfa Agilla.

 

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Il mito della ninfa Agilla e Trasimeno, figlio del deo Tirreno, e il loro amore impossibile, ha ispirato diversi artisti che hanno contribuito a mantenerne la memoria:
Scolpiti nel marmo, cantati in versi e protagonisti di ballate popolari, Agilla e Trasimeno hanno dato il loro nome al piccolo paese ed all'ampio specchio lacustre. Il loro mito, tramandato di voce in voce, rimane affascinante nel tempo.

...Abita il lago e n'è signora Agilla, ninfa e maga, servita da un corteggio d'altre ninfe. Si dice, quandol'acque sono tranquille, che Agilla è tranquilla; quando furiose, che Agilla è furiosa; e, quando l'acque brillano, si dice che brillano i suoi occhi di letizia; e, quando sono pallide, ch'è pallido il suo viso per cosa che la cruccia canzone d'amore che cantò Agilla per Trasimeno:

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Non m'importa se le nubi
mi chiudono il cielo,
se la notte
mi cinge di nero;

non m'importa perché
lo splendore del sole
io l'ho dentro di me.

 

Non m'importa se l'autunno
dispoglia la terra,
non m'importa perché
il rigoglio dell'erba
io l'ho dentro di me.

 

Non m'importa se l'inverno
mi stringe nel gelo,
non m'importa perché
il calore del sole
io l'ho dentro di me."

 

da Alessandro Valecchi (Edizioni Guerra):
"Agilla e Trasimeno - Taccuino del Lago"

 


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